Oggi, dopo il fallimento del comunismo e un po anche del capitalismo all'occidentale, si va affermando una nuova economia che si aggiunge, persino si sovrappone, alle altre forme ipotizzate da studiosi anglossassoni, come la new economy, la free economy: si tratta della pop economy, ovvero l’economia della condivisione, spesso a costo zero che si avvale dello strumento più partecipativo che esiste: la grande rete.
"Perché comprare un tosaerba che utilizzo tre volte l’anno, se posso affittarlo solo quando mi serve dal vicino e “pagarlo” annaffiandogli le piante mentre è in ferie? E perché comprare uno scooter pagando bollo, assicurazione e manutenzioni, quando il Comune (ancora pochi, in realtà) mi può affittare una bicicletta che poi consegno nei punti di scambio sparsi qua e là nella città? Perché comprare beni di prima necessità (cibo, vestiti) su scala individuale, quando posso raccordare più esigenze, magari di amici e/o parenti, e costituire un gruppo di consumo presentandomi con ordini consistenti direttamente da un grossista o da un produttore, ottenendo così sconti anche forti? Perché non scambiare cose di cui non ho più bisogno con altre che mi servono? Perché addirittura non regalarle pur di liberarmene?" [http://www.italiamagazineonline.it/archives/4995/pop-economy-nuova-economia-partecipativa/]
Il tutto però ritornando all'obbiettivo numero uno del capitalismo: fare profitto!!! non avere possibilità di guadagno, vuol dire non fare business!!!
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