giovedì 8 maggio 2008

Caro carburante negli Usa: magari avessimo il loro prezzo della benzina

Ebbene si, anche negli Usa si fa sentire il peso del petrolio oltre i 122 dollari.

Secondo il dipartimento dell'energia i consumi della driving season ( la stagione calda che invoglia all'uso dell'auto) faranno salire il prezzo del carburante fino a 3,73 dollari al gallone a giugno.

Anche con questi aumenti, comunque i loro prezzi resteranno ben lontani da quelli italiani:infatti 4 dollari al gallone (3,7litri) equivalgono a 0,68 cent al litro, circa il 40% di quanto siamo costretti a sorbirci in Italia, a causa di una morsa fiscale asfissiante fatta di accise e iva e di una politica energetica fallimentare...

mercoledì 7 maggio 2008

Unilever vuole disfarsi di Bertolli e marmellate Santa Rosa




La multinazionale Unilever vuole disinvestire in Italia.



Per le marmellate Santa Rosa, valutata in 200 mln, è stato confermato l'intento della società di essere pronta a accogliere e valutare l'interesse di potenziali acquirenti.






Per quanto riguarda invece il marchio Bertolli (olio e Aceto), è allo studio una cessione in licenza del marchio per olio e aceto, mentre per quanto riguarda il settore sughi e surgelati rimane la volontà di continuare, visti anche gli ottimi andamenti del mercato statunitense dove sono molto sviluppati.Bertolli fattura a livello mondiale 600 mln di euro e le eventuali partnership strategiche accettate da Unilever, dipenderanno dalla cessione o meno degli stabilimenti italiani al partner.



Confermata anche la volontà di cedere i marchi Olio Dante e Maya.



Alzi la mano chi sapeva che questi marchi non fossero "italiani"? non tanti vero...Alla faccia della difesa dei prodotti alimentari italiani dagli imitatori stranieri...

domenica 27 aprile 2008

Il sistema duale: parte quarta

Applicazioni del modello. Critiche
L’applicazione della norma ha portato spesso a risultati completamente antitetici con quelli che si voleva perseguire con questa riforma.[1] Numerose sono state le critiche degli attori economici del panorama italiano. Il più diretto è stato Franco Tatò, ex supermanager di Fininvest, Mondadori ed Enel: “Del sistema tedesco abbiamo importato soprattutto le complicazioni”. Sulla stessa linea Stefano Preda, ex presidente di Piazza Affari: “La traduzione italiana è stata un errore”.
La dissociazione tra azionisti e management propria del modello dualistico è, infatti, tutta da interpretare: il sistema italiano di fatto svuota i poteri dell’assemblea, concentra gran parte dei poteri di controllo e alta amministrazione nel consiglio di sorveglianza, ma non spezza affatto il cordone ombelicale tra i soci (di solito quelli grandi) presenti in quest’ultimo e il consiglio di gestione. La soluzione duale, quindi, può dare ai soci di maggioranza una flessibilità gestionale un tempo sconosciuta.[2] Della stessa opinione è anche Guido Rossi che in un’intervista a La Stampa afferma:”Quello che vedo, con la governance dualistica, è l’erosione dei diritti dell’azionista e alla fine una deresponsabilizzazione degli amministratori nei confronti dei soci” e prosegue “Ma è proprio come il miracolo di Cana: serve a moltiplicare le cariche”.
A supporto della tesi secondo cui questo modello di corporate governance presenta qualche perplessità agli addetti ai lavori, cito il Sole24ore e il suo articolo: “Non piace la governance doppia”[3], che riporta, secondo statistiche Infocamere, il numero delle società che hanno scelto il modello duale (156 Spa) in Italia. In tutto sono meno del 2% del totale. Fra le quotate, solo 8 hanno aderito al duale (e 4 al modello monistico).

NOTE:
[1] La relazione al d.lgs. n. 6/2003 specifica che: “… il sistema dualistico di amministrazione e controllo… attua un modello di governance in cui le più importanti funzioni dell’assemblea ordinaria, che nel modello tradizionale spettavano ai soci e, quindi, alla proprietà, sono attribuite ad un organo professionale quale è il consiglio di sorveglianza. Si tratta pertanto di un sistema in cui la proprietà non nomina gli amministratori e non approva il bilancio ma decide sull’elezione del consiglio di sorveglianza, che è l’organo misto di gestione e di controllo, così indirettamente determinando le linee del programma economico della società (oggetto sociale) e le modifiche di struttura della società (operazioni sul capitale, fusione e, più in generale, delibere dell’assemblea straordinaria).”
Date queste caratteristiche è quindi il modello di amministrazione che più realizza la dissociazione tra proprietà (dei soci) e potere (degli organi sociali)”.
[2] Claudio Lotito, azionista di maggioranza della Lazio, prima società quotata ad adottare il modello duale si è fatto nominare presidente del consiglio di gestione (i componenti del consiglio sono solo due, il minimo consentito, e l’altro è il direttore finanziario della società) e nel consiglio di sorveglianza sono stati eletti cinque professionisti indipendenti. Il risultato è stato che l’azionista Lotito può gestire la Lazio riducendo al minimo i passaggi di fronte ai piccoli soci.
[3]Del 10 dicembre 2007

domenica 20 aprile 2008

Il sistema duale (parte terza)


L’assemblea dei soci
Come abbiamo visto, molte competenze tradizionalmente in capo all’assemblea, in questo modello alternativo di corporate governance sono in mano ai consiglieri di sorveglianza, i quali sono i rappresentanti dei soci riuniti in assemblea, in quanto essi sono nominati e revocati da quest’ultimi che ne determinano anche il loro compenso. Altro potere dell’assemblea è la nomina del revisore contabile.
Come abbiamo visto tra i poteri tolti all’assemblea c’è l’approvazione del bilancio, a esclusione della delibera sulla distribuzione degli utili, e molti altri possono essere previsti da uno statuto in materie tradizionalmente di competenza dell’assemblea straordinaria: si tratta di fusioni semplificate, istituzioni di sedi secondarie, trasferimento della sede nel territorio nazionale, indicazione degli amministratori con rappresentanza, adeguamenti statutari a disposizioni di legge.
Osservazioni
Il sistema dualistico quindi evidenzia un forte distacco tra proprietà e organo di gestione e controllo. Infatti le decisioni tipicamente imprenditoriali sono affidate a un organo professionale e sottratte ai soci. E’, secondo Campobasso, un modello fortemente adatto per quelle società con azionariato diffuso e prive di un nucleo stabile di azionisti imprenditori, nonostante il tentativo del legislatore di renderlo adatto anche a un impresa di tipo familiare.

lunedì 7 aprile 2008

Il sistema duale (parte seconda): il consiglio di sorveglianza


E’ l’organo peculiare di questo modello, ha funzioni miste,”fungendo da trait d’union ( o meglio trait de separation) tra l’assemblea e l’organo gestorio”[1]: a supporto di questa affermazione nella relazione alla riforma del 2003 si legge “misto di gestione e controllo”. La nomina di quest’organo avviene per la prima volta attraverso l’atto costitutivo e successivamente tale potere spetta all’assemblea che ne individua anche il presidente. I componenti possono essere soci o non soci, non devono essere inferiori a tre, ma per le società quotate è prevista inderogabilmente la presenza di un componente eletto dalle minoranze (art 148 Tuf).
Sono previsti requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza a un diverso grado di severità, a seconda dell’apertura al mercato della società.
Nelle società non quotate:
deve essere presente almeno un componente effettivo iscritto al registro dei revisori contabili;
non possono essere eletti i consiglieri di gestione e tutti coloro che sono legati direttamente o indirettamente alla società, in modo da compromettere la loro indipendenza (art2409duodecis);
restano valide le cause già previste dall’art. 2382 per gli amministratori (interdetto, inabilitato, fallito, etc.).
Maggior severità è richiesta nelle società quotate o con strumenti finanziari diffusi al pubblico:
rispetto dei limiti di cumulo di incarichi determinati dalla Consob;
devono essere in possesso dei requisiti di professionalità e onorabilità fissati dal Ministro della giustizia;
sono richiamate interamente le cause di ineleggibilità dei sindaci (art.148 Tuf);
sono ineleggibili il coniuge, i parenti e affini fino al quarto grado degli amministratori;
ulteriori requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza fissati da statuto.
A tutela della loro indipendenza, la retribuzione annuale deve essere predeterminata, invariabile durante il mandato e fissata da assemblea o statuto.
I consiglieri di sorveglianza restano in carica per tre esercizi e sono rieleggibili, ma sono liberamente revocabili anche senza giusta causa, salvo il voto favorevole di un quinto dei soci e il diritto al risarcimento del danno.
Competenze e funzionamento del consiglio di sorveglianza
Il consiglio di sorveglianza, innanzitutto, esercita il controllo sull’amministrazione che nel sistema tradizionale spetta al collegio sindacale, pertanto gli sono riconosciuti gli stessi poteri e diritti di informazione.
POTERI.
I suoi componenti devono assistere alle assemblee degli azionisti e possono assistere alle riunioni del consiglio di gestione. art.2409terdecies).[2] Inoltre, come il collegio sindacale, il consiglio di sorveglianza:
Può convocare l’assemblea in caso di eventi censurabile gravi e urgenti;
Deve sostituirsi agli amministratori in caso di ritardo di adempimenti legali ( esempio: mancata esecuzione delle pubblicazioni prescritte dalla legge);
È destinatario delle denunce dei soci;
“riferisce per iscritto (…) all’assemblea sull’attività di vigilanza svolta, sulle omissioni e sui fatti censurabili rilevati”;
documentare l’attività svolta in un apposito libro.[3]
FUNZIONI DI INDIRIZZO
a. Nomina e revoca i componenti del consiglio di gestione e determina il loro compenso (se non previsto da statuto o assemblea);
b. Approva il bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato[4];
c. Promuove l’esercizio dell’azione di responsabilità verso i membri del consiglio di gestione;
d. Se previsto dallo statuto, delibera in ordine alle operazioni strategiche e ai piani industriali e finanziari della società, predisposti dal consiglio di gestione.
REGOLE DI FUNZIONAMENTO
Il presidente è eletto dall’assemblea e i suoi poteri sono fissati dallo statuto. Il consiglio deve riunirsi almeno ogni 90 giorni, anche con mezzi di comunicazione se permessi dallo statuto (rimando all’art 2404). Come previsto anche per il collegio sindacale, nelle società quotate, il consiglio si deve riunire ogni volta che un componente ne faccia richiesta al presidente indicandone l’ordine del giorno (art 151bis Tuf). Sono previsti due ordini di requisiti per la validità di una delibera:
-quorum costitutivo, presenza della maggioranza dei consiglieri;[5]
-quorum per l’approvazione, voto favorevole della maggioranza dei presenti.
Per la validità delle delibere del consiglio si applicano le norme previste dall’art.2388, richiamato anche nell’art 2409quaterdecies.
RESPONSABILITA’
Nell’adempimento delle loro funzioni viene richiesta la diligenza necessaria per la natura dell’incarico[6]. Tutti i componenti sono responsabili in solido con i componenti del consiglio di gestione per i fatti e omissioni di questi quando il danno si sarebbe potuto evitare se avessero vigilato diligentemente.


[1] Diritto delle società,di Di Sabato,Giuffrè ed.
[2] Nelle società quotate è obbligatoria la presenza di almeno un consigliere di sorveglianza a ogni riunione del consiglio di gestione.
[3] Campobasso fa notare come l’esistenza di un diritto di ispezione è contestata nelle società non quotate a causa del mancato richiama all’art2403bis 1°co. Più convincente la tesi secondo cui tale diritto è corollario necessario all’espletamento della sua funzione di sorveglianza.
[4] “Norma invero assai strana,posto che è opinione pacifica (…) che questi documento non vada approvato” F. Di Sabato.
[5] L’assenza ingiustificata può costituire giusta causa di revoca ( Niccolini)
[6] Di Sabato nota come non si faccia menzione del principio di professionalità presente nell’art 2407 riguardante il collegio sindacale.

martedì 1 aprile 2008

La governance duale (parte prima)


Il modello di corporate governance introdotto dalla riforma delle società del 2003 chiamato “modello dualistico”, di tradizione tedesca, si caratterizza per l’abolizione del collegio sindacale e l’individuazione di due nuovi organi, che si affiancano a quello deputato per il controllo contabile: il consiglio di gestione e il consiglio di sorveglianza. Come anche espresso nella relazione alla riforma, questo modello realizza una “dissociazione tra proprietà, dei soci, e potere, degli organi sociali”, in quanto molti poteri che nel modello tradizionale spettavano all’assemblea, ora sono attribuiti al consiglio di sorveglianza, il quale ha anche alcune funzioni del collegio sindacale e di indirizzo strategico, originariamente in capo al consiglio di amministrazione.
L’articolo 2409octies afferma che il modello dualistico è adottabile dalle società, solo se presente il riferimento nello statuto societario.


Il consiglio di gestione


Disciplinato dall’articolo 2409novies, “compie le operazioni necessarie per l’attuazione dell’oggetto sociale.”[1]
Il consiglio di gestione è formato da un numero di componenti non inferiore a due. I primi sono nominati dall’atto costitutivo, successivamente la nomina spetta al consiglio di sorveglianza, che ne decreta anche il numero, fermo restando i limiti presenti nello statuto, e il compenso, salvo che lo stesso statuto riservi questo compito all’assemblea dei soci. E’naturale che i componenti del consiglio di gestione non possano essere nominati anche nel consiglio di sorveglianza. Essi restano in carica per non più di tre esercizi, ma possono essere rieletti. Qualora durante il mandato venisse meno uno o più componenti, il consiglio di sorveglianza deve senza indugio nominarne di nuovo[2].
Per quanto concerne l’azione sociale di responsabilità, sono valide le norme relative al sistema tradizionale, ma è previsto che tale azione possa essere esercitata anche dal consiglio di sorveglianza (art.2409decies). Per tutto ciò non previsto espressamente da queste norme, l’articolo 2409undecies rimanda alle norme concernenti il consiglio d’amministrazione del sistema italiano (artt.2380 e seguenti).


[1] Funzione coincidente con quella principale del consiglio d’amministrazione del modello tradizionale.
[2] Non trova applicazione il meccanismo della Cooptazione

giovedì 27 marzo 2008

Accordo Cocacola - Illycaffè: il cappuccino in lattina





Le due società hanno formalizzato l'accordo per la creazione di una joint venture per lanciare tre nuovi prodotti nel mercato delle bevande in lattina.Le tre bevande si chiameranno Caffe, Cappuccino e Latte Macchiato e verrano vendute in lattine da 150 ml e 200ml.
Il progetto, come ha spiegato Andrea Illy, è nato quattro anni fa, e solo anni di investimenti in ricerca e sviluppo hanno permesso di creare in lattina tutto il sapore del buon caffe Illy, cosi come servito dal bar.

Il mercato delle bevande pronte è in espansione e quindi molto stimato a livello mondiale, conta un giro d'affari di 16 miliardi di dollari, con un incremento del 10% negli ultimi 5 anni.
I nuovi prodotti saranno in vendita da aprile in Austria, Croazia,Grecia e Ucraina, e poi solo successivamente proposto agli altri paesi Ue, compresa l'Italia,in Asia, America e Paesi mediorientali.

giovedì 20 marzo 2008

Cocacola:think global, act local

Come abbiamo già detto la cocacola risulta essere la prima impresa globale, al top dello speciale ranking delle imprese leadear a livello globale.
per raggiungere tale posizione, però, la cocacola ha dovuto adattarsi ai diversi mercati in cui opera. Mercati caratterizzati non solo da diversità culturali e di tradizioni,ma anche differenze climatiche e ambientali in senso stretto.
In Cina la cocacola è una bevanda di lusso,servia su vassoi d'argento,in Spagna è un mero ingrediente da aggiungere al vino, in alcune zone è bevuta fresca, in altre ( a Tromso,polo nord) è bevuta calda, e per questo conservata in appositi riscaldatori.
Un ulteriore adattamento all'ambiente lo ha subito anche il formato della bevanda: in Zimbawe è venduta in bottiglie da 200ml, mentre in altri paesi la bottiglia è una sconosciuta; negli stessi Usa usano una lattina diversa da quella venduta in Gran Bretagna (355ml contro 150 ml).
Altri adattamenti riguardano la linea di prodotto: la diet coke non è venduta con questo nome in quei paesi dove il termine diet(dieta) ha accezzione negativa ( per esempio in Italia dove era chiamata COcacola Light.
Ulteriori adattamenti sono richiesti dalla normativa vigente nei diversi paesi, in materia di packaging, data di scadenza, indicazione ingredienti.
A causa di tutte queste differenze anche le campagne publicitarie vengono modellate in base al paese di riferimento: di solito vengono creati deu concetti chiave, delle pubblicità modello, poi gli esperti del luogo studiano le modifiche necessarie( dal cambiamento della colonna sonora o del slogan, fino alla creazione di un nuovo messaggio pubblicitario.

domenica 16 marzo 2008

la storia di una multinazionale: la Cocacola...concentrata

Nel 1926 il signor Woodruf accarezzò l'idea di vendere il suo sciroppo al gusto di cola anche oltre oceano. Problema:Come trasportare lo sciroppo?Era una sostansza pesante e voluminosa e non sarebbe stato conveniente trasportarla via mare...
Soluzione: svilppare un concentrati, che opportunamente trattato una volta giunto a destinazione avrebbe consentito la vendita della cocacola in tutto il mondo.Durante la Guerra furono installati in Europa 64 stabilimenti di imbottigliamento (il più grande era a Parigi!). Nel 1975 esistevano gia 750 imbottigliatori sparsi su 135 nazioni.
L'importanza del mercato estero si evince da questo dato:nel 1989 l'80% dei ricavi provenivano dalla divisione Esteri del gruppo, e nello stesso anno i ricavi provenienti dal Giappone, per la prima volta, superavano i ricavi derivante dal mercato interno agli Usa.Oggi la cocacola si vendwe in piu di 200 nazioni.

Problema: come adattare la bevada agli usi e costumi e tradizioni di tutti questi popoli??

La soluzione della cocacola company nella prossima puntata di martedi18 febbraio

giovedì 13 marzo 2008

Le origini della CocaCola-parte prima

Fu messa in vendita per la prima volta nella farmacia Jacob's di Atlanta (Georgia).Era il 1886 e il dottor Pemberton inventò questa mitica bevanda, acui più tardi il suo socio Robinson diede il nome di COCACOLA.All'inizio veniva venduta a 5 cent il bicchiere:quell'anno furono venduti 25 galloni (50 dollari lordi di guadagna)!!!
Il marchio venne registrato nel 1893.Solo nel 1916 l'azienda Root Glass realizzò la bottiglia dal profilo unico che ancora adesso individua la bevanda. Fin al 1923 la CocaCola era venduta solo negli Usa in CAnada e a Cuba.
Fu il presidente della cocacola company in quell'anno a lanciare il prodotto oltreoceano creando una divisione aziendale ad hoc: la divisione esteri,appunto, con sede a New York.
Problema: come risolvere il problema della difficolta di trasporto della bevanda? era voluminosa,pesante e se confezionata in bottiglie di vetro anche molto fragile...

alla prossima puntata per vedere come la CocaCOla company sia riuscita a diventare la prima Global brand nl mondo...
(il prossimo post sarà pubblicato sabato 13 marzo!!!)

giovedì 6 marzo 2008

Scalata Yahoo:è pronto Time Warner!!!

Secondo il WALL STREET JOURNAL, si stanno tenendo fitti colloqui tra Yahoo! e Time Warner,colosso Usa dei media.L'accordo prevederebbe l'ingresso in Yahoo della divisione internet Aol di Warner.Nonostante questa contromossa dei vertici YAhoo! per reagire all'OPA lanciata qualche settimana fa da Microsoft, i ben informati sostengono, che alla fine, sarà proprio la compagnia di Bill Gates la probabile vincitrice di questa disputa.

domenica 2 marzo 2008

Starbucks e la pausa motivazionale


Segnalo nel link un interessante articolo che parla dell'iniziativa del gran capo di Starbucks per motivare i propri dipendenti e vincere la gara con i caffe economici del Mc...

http://www.tgfin.mediaset.it/tgfin/articoli/articolo402674.shtml

sabato 1 marzo 2008

L'importanza del web 2.0 nella Politica

Oggi vediamo come anche la politica si sta evolvendo, come una volta si scendeva in piazza e come oggi invece ognuno da il suo contributo su youtube;
http://it.youtube.com/watch?v=dFaK7ChNNlU
http://it.youtube.com/watch?v=ZcfnN7IzY20

http://it.youtube.com/watch?v=GJwtcogx1tI
http://it.youtube.com/watch?v=VW8JQ9cOBEM

http://it.youtube.com/watch?v=Xe2XvmQ3zrM

http://it.youtube.com/watch?v=1p-1u4yt6dg


chiedo scusa ma non son riuscito a trovare materiali per le altre forze politiche che corrono da sole...
chiunque volesse segnalare materieli per i partiti UDC Rosa Bianca, Socialisti è ben accetto...

mercoledì 27 febbraio 2008

Confronto tra i mercati delle società di revisione in alcuni Paesi europei

Quote di mercato per numero di incarichi (tab.1)


KPMG Pricewaterhouse Deloitte Ernst&Young Non-Big
Francia* 11% 9% 10% 15% 55%
Spagna* 6% 17% 37% 31% 9%
Regno Unito*nd 30% nd nd 7,3%
Italia 13% 29% 24% 24% 10%
*dati 2005




Quote di mercato sulle imprese a maggiore capitalizzazione (2006) (tab.2)[1]


KPMG Pricewaterhouse Deloitte Ernst&Young Non-Big
Germania 61,3% 35,5% 0% 3,2% 0%
Francia 18,2% 15,6% 22,1% 27,3% 16,8%
Spagna 8,6% 22,9% 57,1% 11,4% 0%
Regno Unito 20% 50% 13% 16,7% 0%
Italia 25% 27,5% 16% 30,5% 0%

La prima tabella mostra le quote di mercato tenendo conto tutte le società quotate alla borsa nazionale di riferimento .Il dato più evidente è quello della quota delle non-big in Francia, ma è facilmente spiegabile. In questo paese vige una normativa tale per cui le società quotate sono obbligate a dare incarico a due società di revisione distinte, che firmano congiuntamente la relazione finale (doppia società di revisione). Ciò ha permesso alle società di revisione minori di affiancarsi alle Big Four.
Per il resto notiamo una certa omogeneità tra le big in tutti i paesi, con la leadership di E&Y in Francia, di Deloitte in Spagna, di Pricewaterhouse nel Regno unito e in Italia.
KPMG pur non risultando leader in nessuno di questi paesi, vede migliorare la propria posizione se prendiamo in considerazione la quota di mercato relative alle sole imprese a maggior capitalizzazione (tab.2). Il dato più evidente è il precipitare delle percentuali relative alle non big, con la solita eccezione, già spiegata, della Francia. In questo nuovo contesto KPMG diventa leader con la maggioranza di 3/5 in Germania, e vede raddoppiare tutte le percentuali negli altri paesi. In Francia il leader diventa ( o resta, poiché era già la prima delle Big Four) Ernst&Young, che riesce a sottrare la leadership in Italia a danno di Pricewaterhouse, che a sua volta può vantare una maggioranza assoluta nel Regno Unito. Infine, la situazione in Spagna non cambia, senonchè, Deloitte si conferma leader crescendo fino al 57%.

Note:
[1] Sono state prese come riferimento le imprese maggiormente rilevanti in termini di capitalizzazione, quotate nei suddetti mercati europei. Si tratta dei soggetti che, al 30.06.07, sono inclusi nei seguenti indici borsistici:
- Italia: S&P MIB;
- Regno Unito: FT 30;
- Francia: CAC 40;
- Spagna: IBEX 35;
- Germania: DAX.

fonte: osservatorio sulla revisione-Università Bocconi

domenica 24 febbraio 2008

Il mercato delle società di revisione in Italia

I grafici che seguiranno mostreranno la suddivisione del mercato delle quotate alla Borsa di Milano. Sono state prese in considerazione 268 società, in quanto sono state escluse:
le società estere(29);
le matricole 2006 e 2007 (4)
società per i quali mancano i dati necessari(16).

Quota di mercato per numero di incarichi nel 2006:
KPMG:13%
DELOITTE:24%
ERNST&YOUNG:24%
PRICEWATERHOUSE:29%
non-BIG:10%

Le aziende del campione non revisionate dalle Big 4 sono in totale 27. Più della metà di queste (15) ha conferito l’incarico a Mazars & Guerard, segue BDO con 4 incarichi, Pfk Italia con 3, Audirevi con 2, infine Agn Serca, Axis e Fidital titolari di un incarico. Le società che offrono servizi di revisione alle quotate sono in totale 11 (le Big 4 e 7 non Big), mentre sono 21 le società iscritte nell’Albo speciale Consob. Questo implica che 10 società, benché in possesso dei requisiti previsti dalla legge per lo svolgimento di servizi di revisione contabile presso aziende quotate, non sono titolari di alcun incarico.

Quota di mercato relativa per le società Non big (totale di 27 incarichi) nel 2006
Mazars: 55%
Audirevi:7%
BDO:15%
AGN:4%
Pkf:11%
Axis: 4%
Fidital 4%

Fonte:SDA-Bocconi, Osservatorio di revisione, giugno 2007

giovedì 21 febbraio 2008

Le società di revisione minori iscritte all'albo CONSOB

All’albo speciale per le società di revisione tenuto dalla Consob, al 3 ottobre 2007 sono iscritte anche altre società di revisione, non appartenenti ai grandi network descritti. Per ognuna di queste si riporta una breve scheda con le caratteristiche principali di ognuna:

AGN SERCA SNC di Pacchiani Giuliano, Girelli Antonino, Bertocchi Valter

Sede legale a Brescia.Opera dal 1975, iscritta all’albo dal 1981.
Servizi offerti:
revisione contabile e servizi di organizzazione contabile (organizzazione amministrativo-contabile; analisi e valutazione delle procedure; analisi di bilancio; servizi di supporto a funzioni di Internal Audit, progettazione e definizione dei pianti dei conti; assistenza alla formazione di bilanci consolidati.)
Appartiene al gruppo internazionale Agn International (già Ckl): presente in 86 paesi
con 210 società partners, 480 uffici e 9,900 collaboratori, per un giro d’affari totale di $1.2 mld

AUDIREVI SRL:

Fondata da cinque soci con esperienza pluriennale nelle società di revisione più importanti (Ernst&Young e Anderson).
Formata da 30 professionisti a Milano, Bologna, Brescia e Roma.
Servizi offerti:
revisione contabile ,analisi procedurali e dei processi contabili, check-up amministrativi e contabili, analisi e valutazioni dei sistemi di controllo interno, assistenza nella predisposizione di bilanci consolidati, valutazione dell’affidabilità dei sistemi Edp, adeguamento al Sarbanes-Oxley Act.

AXIS SRL

Nata nel 1987 è iscritta all’albo dal 1992. Sede a Reggio Emilia.
Membro del network Moore Stephens International (formato da 335 società indipendenti con 593 uffici rappresentativi e con quasi 17,500 collaboratori in 93 paesi.)
Servizi offerti:
revisione contabile, consulenze su organizzazione aziendale ( progetto controllo interno e sistema reporting, analisi procedure interne, monitoraggio funzione amministrativa), corsi di formazione in materia di controllo interno, analisi di bilancio dei concorrenti.

BAKER TILLY CONSULAUDIT SPA

Fondata nel 1974, iscritta fin dal primo albo del 1980.
Sede a Torino, uffici a Bologna, Genova, Lecce, Milano, Roma e Verona, gestiti ognuno da un socio.
Nel 2004 la società ha cambiato denominazione da Consulaudit spa all’odierna, in quanto diventato membro esclusivo per l’Italia del network Baker Tilly International ( 122 membri in 75 paesi con 18.600 collaboratori realizzando un volume d’affari di circa 1,82 miliardi di dollari.)
Servizi offerti:
revisione contabile, internal auditing, due diligence contabili in caso di eventi societari straordinari, consulenze in materia di organizzazione aziendale.

BDO SALA SCELSI FARINA - Società di Revisione per Azioni

Sede a Milano, costituita nel 1965, opera in Italia con 12 uffici e 160 dipendenti.
Appartiene all’organizzazione internazionale Bdo Member Firms, il quinto network nel mondo operante in 112 Paesi con 29000 dipendenti e 621 uffici, con un giro d’affari nel 2006 di 3.911mln di $.
Servizi offerti:
revisione contabile, organizzazione contabile, verifica conformità sistemi informativi, analisi sistema amministrativo, valutazione del controllo interno, financial due diligence review e audit d’acquisizione.

BOMPANI AUDIR SRL

Fondata e iscritto all’albo fin dal 1980, opera a Firenze, Milano, Perugia e Roma con 50 dipendenti.
Dal 1987 fa parte del network Moores Rowland International, formato da 600 uffici in 84 paesi con 17000 dipendenti e fatturato di 1,3 mld di €.
Nell’aprile del 2007 con Mazars fonda Praxity, un’alleanza internazionale di società di revisione indipendenti ( azienda non-profit secondo la normativa Belga).
Servizi offerti:
revisione contabile, auditing fiscale e analisi audit interno, consulenza in materia di organizzazione, valutazioni d’azienda per eventi straordinari.

CONSTANTIN REDIVA SRL
Nata nel 1991, 8 soci con 20 dipendenti.
Appartiene al gruppo Constantin che opera in 28 paesi con 1600 professionisti.

FAUSTO VITTUCCI & C. di Fausto Vittucci & C. SAS
Opera in Italia con 4 sedi operative ( Roma Milano Prato e Salerno) con 25 professionisti.
Servizi offerti: revisione contabile e analisi del sistema del controllo interno.


FIDITAL Revisione e Organizzazione Contabile SRL
Presente con uffici a Bologna, Milano e Brescia

H AUDIT SRL

Presente da più di vent’anni in Italia con tre sedi operative.
Fa parte del network internazionale HLB nato nel 1969 che oggi conta 120000 professionisti in 100 nazioni con un fatturato globale di 1,5mld$.
Servizi offerti:
revisione contabile e due diligence per attività di M&A; analisi sistema controllo interno e verifica conformità delle procedure; business plan e organizzazione contabile.

ITER AUDIT SRL

Iscritta all’albo fin dal 1980, opera sul territorio nazionale con 4 sedi operative.
Servizi offerti:
revisione e organizzazione contabile; soluzioni per la gestione del rischio globale, supporto alle transazioni, attività di formazione per le risorse umane, assistenza all’estero.

MAZARS & GUERARD SPA

Opera in Italia dal 1973 con attualmente 12 partner e 200 professionisti suddivisi in 9 sedi.
Appartiene al gruppo Mazars presente in 62 paesi del mondo, con 8000 collaboratori, con un giro d’affari di 475 mln di €.
Nell’aprile del 2007 con Moores Rowland International fonda Praxity, un’alleanza internazionale di società di revisione indipendenti ( azienda non-profit secondo la normativa Belga).
Servizi offerti:
revisione e organizzazione contabile, consulenza in materia amministrativa e di lavoro, consulenza societaria e legale.

PKF ITALIA SPA

Nata nel 1970 dalla fusione di varie realtà che operano nella revisione, attualmente opera in 8 città con circa 80 professionisti.
Appartiene al network PKF International con 400 uffici operanti in 119 paesi con più di 14500 collaboratori.
Servizi offerti: revisione e organizzazione contabile, due diligence, controllo interno.


REVISA SRL
Con sede a Bolzano, operante da più di vent’anni in materia di revisione contabile, è iscritta all’albo della Consob dal 1993.
E’ specializzata nel settore delle piccole e medie imprese.
Servizi offerti:
revisione contabile, due diligence, internal audit, revisioni proforma per eventi straordinari.

RIA & PARTNERS SPA

Nata nel 1972 è la prima società a matrice italiana a registrarsi all’albo. Opera con nove uffici.
Servizi offerti:
assurance, internal audit, consulenza direzionale, corporate finance in caso di eventi straordinari, gestione risorse umane e gestione IT, assistenza alla stesura del bilancio sociale e ambientale.

TREVOR SRL

Fondata nel 1985 a Trento, opera anche a Milano e Roma.
Servizi offerti:
revisione e organizzazione contabile, internal audit, valutazioni del sistema amministrativo e informatico, formazione del personale, ”Investigation Audit” per concorrenti, per possibili controllate e joint venture.

SOCIETA' GENERALE DI REVISIONE E CERTIFICAZIONE SAS di Mario Augusto Barranco & C.
Iscritta all’albo con delibera del 1982, ha la sede operativa a Roma.

mercoledì 20 febbraio 2008

PRICEWATERHOUSECOOPERS S.P.A


Pricewaterhousecoopers spa è nata dalla fusione tra Pricewaterhouse e Coopers & Lybrand nel 1998. Ma la sua storia inizia nel 1849, con l’inizio dell’attività di Samuel Lowell Price, e nel 1854 di William Cooper (poi diventata Cooper Brothers). Nel 1865 Price, Holyland and Waterhouse unirono le loro forze in una società, che dal 1874 prese il nome di Price, Waterhouse & Co. Intanto, nel 1898, R.H. Montgomery, W.M. Lybrand, A.A. Ross Jr. e suo fratello T.E. Ross crearono la Lybrand, Ross Brothers and Montgomery.
Cinquantanove anni dopo, Cooper Brothers & Co (UK), McDonald, Currie and Co (Canada) e Lybrand, Ross Bros & Montgomery (USA) si fusero, fondando la Coopers & Lybrand.
Nel 1982 nacque la Price Waterhouse World Firm e, infine, solo nel 1998, c’è stata la fusione, a livello mondiale, tra Price Waterhouse e Coopers & Lybrand, che ha creato l’attuale PricewaterhouseCoopers. Ad oggi, il gruppo internazionale fattura 25,1 mld di dollari con 146.000 collaboratori sparsi in 150 paesi.
I servizi offerti in tutto il mondo dal network sono:
- revisione e organizzazione contabile,
- assistenza e formazione per novità normative,
- servizi di internal auditing,
- due diligence per m&a,
- consulenza per risk management,
- consulenza aziendale (strategia, finanza e project finance, etc), consulenze in corporate governante),
- assistenza fiscale e legale.

Tra i principali clienti quotati dell’attività di revisione contabile, in Italia abbiamo:
Benetton, Banca pop. di Milano, Ducati, Finmeccanica, Generali ASS., Grandi Viaggi, Marr, Parmalat, Pirelli&C., Tenaris.

sabato 16 febbraio 2008

KPMG


Il gruppo è nato nel 1987 dalla fusione tra Peat Marwick International (PMI) e Klynveld Main Goerdeler (KMG) e delle rispettive associate.
K sta per Piet Klynveld che fondò la Klynveld Kraayenhof & Co. ad Amsterdam nel 1917
P è l’iniziale di W.B. Peat che fondò la società specializzata in contabilità William Barclay Peat & Co. A Londra nel 1870.
M come J. Marwick fondatore dell’accounting firm Marwick, Mitchell & Co. insieme a Roger Mitchell, a New York nel 1897.
G in onore di Reinhard Goerdeler, il primo presidente dell’ International Federation of Accountants, e per molti anni Chairman di KMG.
Il gruppo fattura nel mondo 16,9 miliardi di dollari con 113mila dipendenti in 150 paesi.
In Italia, è presente da più di 50 anni( come KMG) con 27 uffici e oltre 1000 professionisti.
Oltre ai servizi tradizionali di revisione e organizzazione contabile, tra i servizi offerti dal network troviamo:
- Servizi di consulenza per la crescita delle aziende(600 professionisti in Italia);
- attraverso il KStudio Associato con 300 professionisti al suo interno, offre anche assistenza legale, consulenza fiscale e servizi professionali (perizie, modelli organizzativi di gestione, assistenza societaria, etc);
- attraverso la KPMG Fides offre, con la collaborazione di 200 professionisti, gestione Amministrativa del personale, gestione amministrativa e contabile,assistenza temporanea, rappresentanze per soggetti non residenti in Italia, altri servizi alle imprese (controllo di gestione, valutazioni, formazione personale, etc).
Tra i principali clienti quotati dell’attività di revisione contabile, in Italia abbiamo:
Autogrill, ENEL, Unicredito, Unipol.

mercoledì 13 febbraio 2008

Ernst&Young


Le origini del gruppo risalgono alla fine dell’Ottocento, quando stavano nascendo i grandi poli industriali, affianco ai quali sorse il settore dei servizi professionali. E’ in questo periodo che nacquero, distintamente, gli studi di Ernst e di Young. Nel 1903 nacque il primo nucleo da cui poi è derivata la società attuale, si chiamava Ernst&Ernst, fondata da due fratelli a Cleveland, che per la prima volta sottolinearono l’importanza della contabilità come strumento manageriale. Quasi negli stessi anni, questa volta a Chicago, viene fondata l’Arthur Young & Company. A partire dagli anni ‘20, le due società espandono la loro attività anche fuori dagli Usa, arrivando in Italia nel 1926, per seguire le attività della compagnia petrolifera Shell. Il Gruppo dei fratelli Ernst si stabilisce in Italia con una propria sede solo a partire dagli anni Sessanta. Nel 1979 Ernst & Ernst si associa con Whinney, Murray & Co, diventando una realtà internazionale sotto il nome di Ernst&Whinney. Solo nel 1989 la società si fonda con l’Arthur Young & Company, diventando uno dei primi quattro gruppi di società di revisione e consulenza aziendale nel mondo. Nel 2002, infine, la Ernst&Young si integra con il gruppo Andersen in più di 50 paesi nel mondo.
Attualmente il gruppo opera in 140 paesi, attraverso 700 uffici ( di cui 14 in Italia) e 103.000 collaboratori, con un giro d’affari globale intorno ai 18,4 miliardi di dollari nel 2006.
Il gruppo oltre alla tradizionale attività di Revisione contabile offre anche altri servizi:
- Consulenza in materia di rischio aziendale e suo management,
- Consulenza fiscale (con 10 uffici in Italia),
- Assistenza legale (con 100 professionisti in Italia),
- Transaction Advisory services (consulenza finanziaria per M&A, valutazioni di azienda, business plan, ristrutturazioni aziendali, etc).
Tra i principali clienti quotati dell’attività di revisione contabile, in Italia abbiamo:
Banca Generali;Credito Valtellinese, Geox, Italcementi, Mediobanca, Mediolanum, Mondadori, Telecom Italia.
NOTE

Nel 2002 la società statunitense del gruppo (Andersen LLP) ha rimesso la sua licenza di "Certified Public Accountant" a causa del processo Enron, nel quale era imputata in quando revisore del bilancio della società protagonista di uno dei più grandi crack finanziari degli U.S.A. Questo ha generato, a catena, la frammentazione del gruppo a livello mondiale, con le società di ciascun paese che sono in breve tempo confluite, attraverso acquisizioni o fusioni, nelle rimanenti "big four". Ad oggi l'unica attività ancora in funzione con il marchio Andersen è il centro di conferenze e formazione nei pressi di Chicago - un tempo sede principale della società.
Con la denominazione RecontaErnst&Young spa.

domenica 10 febbraio 2008

Deloitte& Touche Spa


Nella prima metà dell’Ottocento, l’Inghilterra era in piena rivoluzione industriale, e sentiva l’esigenza di avere nuovi professionisti in materie di audit e consulenza. William Welch Deloitte, nipote del conte francese de Loitte era assistente dell’Ufficiale della Corte dei Fallimenti di Londra, quando decise di aprire un proprio studio professionale, che nel 1854 verrà trasformato in Society of Accountants in Edimburgo, la prima associazione di questa categoria ufficialmente riconosciuta. Tra le cariche ricoperte da W.W.Deloitte ricordiamo che dal 1884 al 1888 è stato Vicepresidente dell’Institute of Chartered Accountants, di cui diventa Presidente nel 1889.
Negli stessi anni, inizia la propria attività anche George Touche, scozzese, che nella metà dell’Ottocento è la personalità più stimata nel campo di servizi finanziari per le imprese.
L’odierna società ha come terzo partner Tohmatsu & Co, fondata in Giappone nel 1968 da Nobuzo Tohmatsu con lo scopo di seguire lo sviluppo dell’economia giapponese.
In Italia inizia la propria attività nel 1923.
Il gruppo attualmente opera in 150 paesi con 150000 dipendenti (di cui 2500 in Italia), con un fatturato globale di 23,1 mld di dollari.
Il gruppo offre i seguenti servizi:
- Audit: revisione di bilancio (fatturato nel mondo di 9,8 mld di $ il 49% del totale);
- Consulenza: strategia, outsourcing, IT. Fattura nel mondo 4,3mld$; in Italia 65mln€
grazie a 500 professionisti operanti in 6 uffici;
- Financial Advisory Services: consulenza strategica in materia finanziaria, nel mondo sono 3200 persone in 40 paesi, in Italia operano 150 persone in 3 uffici;
- Studio legale associato: assistenza legale in ogni campo del diritto utile a un’azienda, formato da 40 avvocati con uffici a Roma Milano e Padova;
- Studio tributario e societario: opera in Italia con 270 professionisti e una diffusione capillare sulla penisola, offre consulenza fiscale, tax planning, assistenza per tax litigation etc.
Tra i principali clienti quotati dell’attività di revisione contabile, in Italia abbiamo:Alitalia, Cairo Communication, FIAT, Ifil, Luxottica Group, Mediaset, Tod’s
fonte: sito internet http://www.deloitte.com/

sabato 9 febbraio 2008

Il mondo delle società di revisione aziendale. Introduzione

Inizia oggi un percorso che ci porterà a conoscere meglio le società di revisione, la loro diffusione la loro organizzazione.
Innanzitutto diamo una definizione di revisione aziendale:

"E’ un’attività aziendale di carattere amministrativo, con la quale si realizza il
controllo del sistema informativo al fine di accertare:
- la sua corretta applicazione procedurale;
- l’affidabilità dei dati che da tale sistema si ottengono."
O altrimenti puù essere descritta come:

"E’ prevalentemente una funzione amministrativa atta a meglio qualificare
l’azione di governo delle imprese e a corrispondere, più correttamente, alle
attese di conoscenza dei soggetti i cui interessi, diretti o indiretti, sono
coinvolti nelle sorti delle imprese stesse."
Passiamo adesso a vedere nel dettaglio le società di revisione presenti in Italia iscritte all'albo della consob e autorizzate alla revisione legale dei bilanci delle società quotate alla Borsa di Milano.
L'esposizione delle società seguirà un ordine di dimensione e alfabetico.
Calendario appuntamenti:
10 febbraio: Deloitte
13 febbraio: Ernst&Young
16 febbraio: KPMG
19 febbraio: Pricewaterhouse & Coopers
21 febbraio: Le società di revisione minori
24 febbraio: Il mercato delle società di revisione in Italia
27 febbraio: Confronto tra i principali mercati Europei.

venerdì 1 febbraio 2008

Passaparola,ovvero come vendere senza spendere


Il passaparola è sempre esistito, chi di voi non è stato consigliato da un amico a vedere quel film, a comprare quel cellulare o quel computer? La situazione ora è piu evoluta grazie a internet e alle community che si creano ogni giorno su internet. E le aziende lo hanno capito.


Una ricerca di Aegis, importante azienda che compra spazi pubblicitari ci dice che oggi raggiungere un 15enne costa 400 euro attraverso la tv. Quanto costerebbe via web?Niente, perchè la nuova frontiera della pubblicita su internet è il passaparola; ormai i vecchi banner sono viste dagli utenti "esperti" come delle semplici macchie di colore inutile e poco attrattive.

"Il passaparola elettronico che viaggia dentro i social network diventerà la formula più importante per avvicinare i prodotti ai consumatori" ha detto Jerry Yang, fondatore di Yahoo!.

Il primo esempio di viral marketing risale al 1994, agli albori di internet e del web 2.0, lo ricordaMalcolm Gladwells: il caso delle scarpe Hush Puppies. Una piccola marche di scarpe da 30000 paia all'anno che grazie al web ora è diventata famosa in tutto il mondo.Il tutto perche dei giovani dell'East Village di New York hanno indossato quelle scarpe e sono apparsi su un sito.Da quel momento sono nati un sacco di forum dedicati e la produzione è salita a un milione e 300mila pezzi l'anno.
E' inutile: " La pubblicità online passerà dai 45 miliari di dollari di quest'anno, ai 75 del 2010. E il mercato italiano quest'anno fatturerà dal web un miliardo di euro", parola di Layla Pavone, presidente italiano dell'Interactive Adverting Bureau.


vedi "Il passaparola è lo spot più efficace E pesa tanto il parere dei consumatori" di G. Di Matteo; www.repubblica.it

martedì 22 gennaio 2008

Pubblicità dirette

Cosa accade quando invece una pubblicità è veramente efficace e divertente? questa si espande come un virus e viene a contatto anche con pubblici che non avrebbe mai potuto raggiungere attraverso i canali media tradizionali. Come non trovare semplicemente perfetto questo nuovo modo di fare pubblicità? Si chiama viral marketing e si sta diffondendo molto velocemente...

come non trovare formidabile questa pubblicità:

lunedì 21 gennaio 2008

Pubblicità al contrario

Il bello di internet è mettere in comunicazione diverse esperienze e diverse persone... Il problema nasce qunado il prodotto di un'azienda viene riconosciuto dalla community come un prodotto di scarso valore, pieno di difetti.E' in questi casi che nascono delle vere e proprie opere d'arte che diffondono il nome di quel prodotto in tutto il web, ma associato a un messaggio che non coincide proprio con quello che il produttore voleva trasmettere.
Ecco un esempio fenomenale di publicità al contrario: chi non conosce Windows Vista della Microsoft?
http://it.youtube.com/watch?v=vk1sy8zW96M
...e chi non ha mai letto da nessuna parte i difetti di tale sistema operativo?

giovedì 17 gennaio 2008

La Benzina europea è NON-oil!

In questi giorni si parla tanto di prezzi troppo alti della benzina,facendo paragoni con le situazioni di altri paesi europei.Tutti indicano come causa di tutti i mali l’inefficienza della distribuzione.
Il problema viene però esplicato da questi semplici dati:in Italia il fatturato di un benzinaio-tipo è suddiviso in 81%settore oil (quello strettamente legato ai consumi dell’auto) e 19% in NON-oil.Cosa accade invece ai nostri vicini? In Svizzera il settore oil è al 27% mentre in Germania è addirittura al 21% con il restante 79% che deriva dalla vendita di altre merci (magliette, latte fresco,libri. Tali dati sono stati raccolti dall’Agip che vanta propri distributori in tutta Europa.Ma come si spiega l’anomalia italiana?
In Germania un distributore medio è aperto 24 ore al giorno vendendo 3,2 milioni di litri di carburante per un guadagno di 35mila euro a cui si aggiungono i ricavi dalle vendite delle altre merci(215mila euro), in questo modo il benzinaio può permettersi un margine unitario per i carburanti di 1,5 cent di euro.In Italia invece, si vendono solo 1,6milioni di litri(la metà!) e il distributore è aperto in media 50 ore alla settimana, poichè nel nostro paese i distributori selfservice rappresentano solo il 21% dei punti vendita.In questa situazione il benzinaio è “costretto” a avere un margine su ogni litro di ben 4 o 5 cent, fatturando a fine anno intorno ai 45mila euro.
Facciamo una semplice comparazione: italia= 45mila+ spicci per il NON.oil ; Germania=35mila+215mila=250mila euro.Cinque volte tanto!!!
Soluzione? Rendere più efficienti i distributori, diminuendone il numero,e ammodernare tutti gli impianti con self service e area per la vendita di prodotti non “automobilistici”, magari non il latte fresco,ma seguendol’esempio degli Autogrill, offrire tutti quei prodotti irrinunciabili sia dal punto di vista della loro utilità ( giornali? food?tessere telefoniche?) sia dal punto di vista dell’emotività( dolci? games?)
In fondo, si va dove ti porta il cuore,(o la benzina)!
Fonte: Il Sole24ore,11 agosto 2007,pag 19: Dal settore “oil” l’81% degli affari dei gestori italiani, di J.Giliberto.

giovedì 10 gennaio 2008

L’insostenibile leggerezza del PIL…


Sul magazine Ventiquattro del Sole24ore è apparso un interessante articolo che affermava che recenti studi hanno dimostrato che il pil del 1970 e quello del 2000 hanno lo stesso peso.Ma cosa vuol dire? La ricerca ha stimato il peso reale di tutte le produzioni(agricole e industriali) e di tutti i servizi che generano ricchezza e li ha confrontati tra loro arrivando al paradossale risultato…come è possibile?
Innanzitutto bisogno parlare delle produzioni agricole: esse unitariamente sono rimaste invariate( un kg di grano è sempre un kg di grano), ma in maniera complessiva sono aumentate a dismisura per poter affrontare la crescita demografica del Novecento.
Per quanto riguarda le produzioni industriali, pur essendoci moderni processi di lavorazione che permettono volumi maggiori, grazie all’utilizzo di nanotecnologie e di materiali molto più leggeri(alluminio, plastica), il peso complessivo risulta incredibilmente invariato.
Fino a questo momento quindi la vittoria per l’economia più pesante spetterebbe a quella del 2000, ma…
Ma, appunto, nel 2000,anno del boom tecnologico (e economico) di internet, ha maggior rilevanza nella struttura del pil il settore terziario, il settore dei servizi, e quindi anche tutto ciò che immateriale…
E’ immateriale il brand della CocaCola, ma quel marchio è stato stimato che vale 70.400.000.000.000 di dollari, e dopo di esso ce ne sono migliaia e migliaia,se non miliioni di marchi che hanno un valore, seppur non siano un qualcosa di materiale.Conseguentemente è immateriale anche un portafoglio di marca, prendiamo il caso Unilever, nel cui stato patrimoniale figurano piu di mille marchi e tutti hanno un valore, quel valore che si esplica nel maggior prezzo dei prodotti cosidetti di marca rispetto quelli unbranded.
E’ immateriale,inoltre, tutto il settore della conoscenza, del Know How, oggi non è più importante fare ma sapere, è fondamentale e indispensabile un organizzazione efficiente, mentre in passato assumeva importanza solo produrre tanto, oggi bisogna produrre bene, senza inefficenze, ricercando economie di scala o vantaggi di differenzazione che permettono di avere una posizione competitiva sui mercati globali.
Infine, ma non meno importante la parte del leone del settore Immateriale è costituita dal mondo della finanza, dove tutto è immateriale, quasi virtuale, si è passati dalle monte metalliche alle banconote di carta e agli assegni, fino ad arrivare alla moneta virtuale che non si vede ma che scorre sulle vie telematiche, che generano ricchezza a loro volta pur non producendo niente di fisico se non mero Hardware ( sono i sistemi informativi, bellezza).
Ma quindi si è alleggerita anche l’economia come scienza? Sicuramente si, non più modelli strettamente matematici,ma influenze sempre maggiori dalle materie umanistiche quali psicologia, sociologia, filosofia…
In fondo il creatore dell’economia Adam Smith era un filosofo morale…L’economia è tornata all’origini, leggera, priva di peso…
Rielaborato da Ventiquattro,Il Magazine, n.8/2007:PIL senza gravità, F. Galimberti, pag 52