martedì 22 gennaio 2008

Pubblicità dirette

Cosa accade quando invece una pubblicità è veramente efficace e divertente? questa si espande come un virus e viene a contatto anche con pubblici che non avrebbe mai potuto raggiungere attraverso i canali media tradizionali. Come non trovare semplicemente perfetto questo nuovo modo di fare pubblicità? Si chiama viral marketing e si sta diffondendo molto velocemente...

come non trovare formidabile questa pubblicità:

lunedì 21 gennaio 2008

Pubblicità al contrario

Il bello di internet è mettere in comunicazione diverse esperienze e diverse persone... Il problema nasce qunado il prodotto di un'azienda viene riconosciuto dalla community come un prodotto di scarso valore, pieno di difetti.E' in questi casi che nascono delle vere e proprie opere d'arte che diffondono il nome di quel prodotto in tutto il web, ma associato a un messaggio che non coincide proprio con quello che il produttore voleva trasmettere.
Ecco un esempio fenomenale di publicità al contrario: chi non conosce Windows Vista della Microsoft?
http://it.youtube.com/watch?v=vk1sy8zW96M
...e chi non ha mai letto da nessuna parte i difetti di tale sistema operativo?

giovedì 17 gennaio 2008

La Benzina europea è NON-oil!

In questi giorni si parla tanto di prezzi troppo alti della benzina,facendo paragoni con le situazioni di altri paesi europei.Tutti indicano come causa di tutti i mali l’inefficienza della distribuzione.
Il problema viene però esplicato da questi semplici dati:in Italia il fatturato di un benzinaio-tipo è suddiviso in 81%settore oil (quello strettamente legato ai consumi dell’auto) e 19% in NON-oil.Cosa accade invece ai nostri vicini? In Svizzera il settore oil è al 27% mentre in Germania è addirittura al 21% con il restante 79% che deriva dalla vendita di altre merci (magliette, latte fresco,libri. Tali dati sono stati raccolti dall’Agip che vanta propri distributori in tutta Europa.Ma come si spiega l’anomalia italiana?
In Germania un distributore medio è aperto 24 ore al giorno vendendo 3,2 milioni di litri di carburante per un guadagno di 35mila euro a cui si aggiungono i ricavi dalle vendite delle altre merci(215mila euro), in questo modo il benzinaio può permettersi un margine unitario per i carburanti di 1,5 cent di euro.In Italia invece, si vendono solo 1,6milioni di litri(la metà!) e il distributore è aperto in media 50 ore alla settimana, poichè nel nostro paese i distributori selfservice rappresentano solo il 21% dei punti vendita.In questa situazione il benzinaio è “costretto” a avere un margine su ogni litro di ben 4 o 5 cent, fatturando a fine anno intorno ai 45mila euro.
Facciamo una semplice comparazione: italia= 45mila+ spicci per il NON.oil ; Germania=35mila+215mila=250mila euro.Cinque volte tanto!!!
Soluzione? Rendere più efficienti i distributori, diminuendone il numero,e ammodernare tutti gli impianti con self service e area per la vendita di prodotti non “automobilistici”, magari non il latte fresco,ma seguendol’esempio degli Autogrill, offrire tutti quei prodotti irrinunciabili sia dal punto di vista della loro utilità ( giornali? food?tessere telefoniche?) sia dal punto di vista dell’emotività( dolci? games?)
In fondo, si va dove ti porta il cuore,(o la benzina)!
Fonte: Il Sole24ore,11 agosto 2007,pag 19: Dal settore “oil” l’81% degli affari dei gestori italiani, di J.Giliberto.

giovedì 10 gennaio 2008

L’insostenibile leggerezza del PIL…


Sul magazine Ventiquattro del Sole24ore è apparso un interessante articolo che affermava che recenti studi hanno dimostrato che il pil del 1970 e quello del 2000 hanno lo stesso peso.Ma cosa vuol dire? La ricerca ha stimato il peso reale di tutte le produzioni(agricole e industriali) e di tutti i servizi che generano ricchezza e li ha confrontati tra loro arrivando al paradossale risultato…come è possibile?
Innanzitutto bisogno parlare delle produzioni agricole: esse unitariamente sono rimaste invariate( un kg di grano è sempre un kg di grano), ma in maniera complessiva sono aumentate a dismisura per poter affrontare la crescita demografica del Novecento.
Per quanto riguarda le produzioni industriali, pur essendoci moderni processi di lavorazione che permettono volumi maggiori, grazie all’utilizzo di nanotecnologie e di materiali molto più leggeri(alluminio, plastica), il peso complessivo risulta incredibilmente invariato.
Fino a questo momento quindi la vittoria per l’economia più pesante spetterebbe a quella del 2000, ma…
Ma, appunto, nel 2000,anno del boom tecnologico (e economico) di internet, ha maggior rilevanza nella struttura del pil il settore terziario, il settore dei servizi, e quindi anche tutto ciò che immateriale…
E’ immateriale il brand della CocaCola, ma quel marchio è stato stimato che vale 70.400.000.000.000 di dollari, e dopo di esso ce ne sono migliaia e migliaia,se non miliioni di marchi che hanno un valore, seppur non siano un qualcosa di materiale.Conseguentemente è immateriale anche un portafoglio di marca, prendiamo il caso Unilever, nel cui stato patrimoniale figurano piu di mille marchi e tutti hanno un valore, quel valore che si esplica nel maggior prezzo dei prodotti cosidetti di marca rispetto quelli unbranded.
E’ immateriale,inoltre, tutto il settore della conoscenza, del Know How, oggi non è più importante fare ma sapere, è fondamentale e indispensabile un organizzazione efficiente, mentre in passato assumeva importanza solo produrre tanto, oggi bisogna produrre bene, senza inefficenze, ricercando economie di scala o vantaggi di differenzazione che permettono di avere una posizione competitiva sui mercati globali.
Infine, ma non meno importante la parte del leone del settore Immateriale è costituita dal mondo della finanza, dove tutto è immateriale, quasi virtuale, si è passati dalle monte metalliche alle banconote di carta e agli assegni, fino ad arrivare alla moneta virtuale che non si vede ma che scorre sulle vie telematiche, che generano ricchezza a loro volta pur non producendo niente di fisico se non mero Hardware ( sono i sistemi informativi, bellezza).
Ma quindi si è alleggerita anche l’economia come scienza? Sicuramente si, non più modelli strettamente matematici,ma influenze sempre maggiori dalle materie umanistiche quali psicologia, sociologia, filosofia…
In fondo il creatore dell’economia Adam Smith era un filosofo morale…L’economia è tornata all’origini, leggera, priva di peso…
Rielaborato da Ventiquattro,Il Magazine, n.8/2007:PIL senza gravità, F. Galimberti, pag 52